SI FA PRESTO A DIRE TAPPO

Turacciolo da vino

 

Aprendo il dizionario alla voce “ tappo” si legge: – dal basso tedesco tap – manufatto di sughero, gomma, metallo, legno, plastica, vetro o altro, utilizzato per chiudere, più o meno ermeticamente, la bocca di diversi recipienti: bottiglie, flaconi, vasi, otri, botti ecc. di forma perlopiù cilindrica o prismatica.

Ma – ahimè – con tappo si suole anche intendere il corpo solido di cerume che può formarsi nel condotto auditivo esterno dell’orecchio; oppure una persona di bassa statura, una mezza cartuccia, un omiciattolo!

Con il sostantivo “ turacciolo” invece, ( anticamente turaccio, dall’evidente derivazione latina da Obturare, il cui prefisso ob si è perso nei tempi) si indica con esattezza un tappo di sughero o d’altro / stoppa o paglia impeciate) che serve a chiudere una bottiglia o altro recipiente a bocca stretta. Per questo motivo penso che sarebbe opportuno parlare di turacciolo anziché di tappo.

Tanto tappo, quanto turacciolo si traducono in latino con cortex (corteccia) da ciò si deve concludere che il vero tappo-turacciolo debba essere costituito dalla parte esterna della quercia da sughero, pianta sempreverde che cresce principalmente nelle nazioni bagnate dal mare Mediterraneo: Portogallo. Spagna, Francia del Sud, Italia e Maghreb.

 

 

Turacciolo per spumante

Il sughero è raccolto decorticando ogni nove anni la corteccia della quercia che produce in media 16 raccolti durante i suoi 150/200 anni di vita. La raccolta del sughero consiste nello strappare la parte esterna della corteccia, estratta a cicli fissi per favorire la crescita sana dell’albero, solitamente nel periodo in cui le querce sono in piena attività vegetativa, da maggio/giugno ad agosto; il sughero è tuttavia idoneo all’utilizzo come turacciolo solo a partire dal terzo raccolto: per questo motivo ci vogliono spesso 50 anni per estrarre un sughero di qualità.

Dopo essere raccolto, il sughero deve stagionare, le parti delle cortecce scelte per la produzione dei turaccioli vengono esposte alle intemperie per 6 mesi o più; dopo la stagionatura le cortecce sono bollite in acqua per incrementarne la morbidezza e consentire l’espansione del gas contenuto nelle cellule e per creare una struttura uniforme e densa; sono fatte poi essiccare per 3 settimane e quindi tagliate meccanicamente a misura e pulite. I tappi sono ora rettificati, lavati e disinfettati tramite microonde o con ozono ed essiccati in speciali stufe, poi saranno rivestiti di paraffina o silicone per facilitarne l’inserimento e l’estrazione.

Tappo per damigiana

Nel 2003 due aziende francesi dopo dieci anni di ricerche hanno prodotto un turacciolo tecnico-naturale, denominato Altec, che riunisce la tradizione naturale del sughero e l’inserimento nella produzione di pura suberina ( sostanza organica costituita da una miscela di esteri di acidi carbossilici saturi ed insaturi, impermeabili ai gas e ai liquidi; si tratta di un costituente essenziale del sughero che contribuisce a determinarne le principali caratteristiche; questa tecnologia risponde alle due esigenze primarie che il vino richiede per affinamento e conservazione: protezione da agenti negativi esterni; i turaccioli Altec si adeguano all’esigenza di non contaminare le caratteristiche organolettiche del vino riducendone al minimo le alterazioni.

Eugenio Medagliani ( calderaio umanista)

 

 

Turaccioli di sughero con decorazione – di Cosi Tabellini